Proprio come non si possono vedere le stelle a mezzogiorno, benché siano sempre nel cielo, nel modello mentale occidentale non vi sono le condizioni adatte per "vedere" un modello fondamentale di unità.
Il recente interesse della scienza per il funzionamento degli emisferi destro e sinistro del cervello può aiutarci a capire il perché.
La cultura occidentale sul funzionamento del cervello ci dimostra che non è del tutto sbagliato affermare che "vi sono due menti", perché in effetti nella nostra testa trovano spazio due tipi di funzionamento mentale molto diversi. Gli emisferi centrali destro e sinistro differiscono come la notte dal giorno nelle loro percezioni e nel loro funzionamento.
L'emisfero sinistro governa i centri del linguaggio e controlla la parte destra del nostro corpo; utilizza la logica e i processi di pensiero lineari per giungere a una conclusione o a una valutazione. Si concentra su ciò che è tangibile e misurabile; il pensiero dell'emisfero sinistro è la base di tutta la sperimentazione e l'osservazione scientifica. L'emisfero sinistro, più che avere una visione globale dell'interazione, tende a percepire i singoli frammenti o le parti e le loro relazioni di causa ed effetto. Si rapporta al mondo vedendolo come separato da sé, qualcosa da usare o da dominare, secondo uno stile attivo e "maschile".
L'emisfero cerebrale destro è molto diverso: i suoi strumenti sono le immagini, più che le parole. Comprende il concetto della totalità attraverso l'intuizione, percepisce il senso del processo nel suo insieme, qualcosa che ha un'origine e un possibile sviluppo.
Nella parte destra del cervello trovano spazio ambivalenze e opposizioni. L'emisfero destro assimila un evento nel suo complesso, piuttosto che concentrarsi su una parte o su un dettaglio, e può contemporaneamente percepire e comprendere ciò che succede. Ragiona più per metafore che per calcoli matematici. La sua modalità è ricettiva e riflessiva; segue uno stile più femminile di quello dell'emisfero sinistro.
La cultura prevalentemente maschile del mondo occidentale ha svalutato le funzioni dell'emisfero destro, impoverendo così il nostro modo di esperire la realtà, a livello sia collettivo che individuale. L'intuizione è considerata una dote "femminile"; la reazione emotiva a una situazione è svalutata e perfino per i bambini, ai quali si richiede sempre di comportarsi in modo logico.
La nostra cultura trasmette in continuazione il messaggio che queste modalità "inferiori" siano accettate per quanto riguarda artisti, musicisti, poeti e donne, ma non per i veri uomini. Di conseguenza tutto ciò che può essere percepito e valutato per mezzo dei cinque sensi e del pensiero viene considerato di scarso valore, e molte persone a poco a poco dimenticano che cosa significa essere toccati emotivamente da una melodia, o da un simbolo, o avere un'intuizione da una realtà di base.
In questo modo la civiltà occidentale ha portato una metà del cervello a svalutare, reprimere e dominare le percezioni intuitive dell'altra metà. Eppure, è solo attraverso l'intuizione che noi possiamo sperimentare dei legami unitari o dei modelli invisibili ai cinque sensi, così importanti nel pensiero orientale. Non c'è bisogno di andare in Oriente per diventare coscienti di questa saggezza: al contrario, dal momento che la possibilità di questo tipo di percezione è dentro di noi, e si tratta solo di risvegliarla, il viaggio in Oriente di fatto è un viaggio nella nostra interiorità.
Per quanto importante sia la funzione dell'intelletto, essa presenta comunque dei limiti sulla questione del rapporto fra la parte e l'intero; secondo R.H. Blyth, studioso di haiku, "l'intelletto può comprendere ogni parte di una cosa come una parte, ma non come un tutto. Può comprendere ogni cosa che non sia Dio".
Sperimentare l'eterno Tao richiede che la nostra coscienza lavori attraverso le elaborazioni dell'emisfero destro, lasciando da parte, per una volta, l'azione analitica e scettica dell'emisfero sinistro. Come osservò Goethe, noi uccidiamo ciò che sezioniamo.
Pretendendo che ogni cosa sia analizzata dalla logica computerizzata dell'emisfero sinistro, noi sopprimiamo la vitalità dell'esperienza, uccidiamo lo spirito e neghiamo l'anima.
Insistere sul fatto che il metodo scientifico sia l'unico strumento di conoscenza del mondo fa si che le porte della percezione si chiudano, la saggezza orientale ci sia preclusa, e il nostro stesso mondo interiore diventi a senso unico.
Oriente e Occidente sono due facce di una stessa medaglia; rappresentano l'aspetto duplice dell'interiorità di tutti gli uomini e di tutte le donne. È una frattura che ha bisogno di ricomporsi attraverso un'unione interiore fra scienza e spirito, principio maschile e femminile, yin yang, lasciando che emisfero destro e sinistro comunichino tra loro.
Quando, con la nostra coscienza di Occidentali, riusciamo a percepire anche la realtà spirituale, allora diventiamo capaci di sentire noi stessi come individui distinti, ma nello stesso tempo correlati a un mondo più vasto; di vivere in un mondo scandito dal tempo lineare, ma anche di esperire la dimensione senza tempo di una realtà eterna della quale facciamo parte; di vedere sia con la luce del giorno che con il solo bagliore delle stelle. Allora la nostra coscienza ci appare come qualcosa di mobile, piuttosto che di fisso.
[Dal libro "Tao della Psicologia" di Jean Shionoda Bolen]
La cultura prevalentemente maschile del mondo occidentale ha svalutato le funzioni dell'emisfero destro, impoverendo così il nostro modo di esperire la realtà, a livello sia collettivo che individuale. L'intuizione è considerata una dote "femminile"; la reazione emotiva a una situazione è svalutata e perfino per i bambini, ai quali si richiede sempre di comportarsi in modo logico.
La nostra cultura trasmette in continuazione il messaggio che queste modalità "inferiori" siano accettate per quanto riguarda artisti, musicisti, poeti e donne, ma non per i veri uomini. Di conseguenza tutto ciò che può essere percepito e valutato per mezzo dei cinque sensi e del pensiero viene considerato di scarso valore, e molte persone a poco a poco dimenticano che cosa significa essere toccati emotivamente da una melodia, o da un simbolo, o avere un'intuizione da una realtà di base.
In questo modo la civiltà occidentale ha portato una metà del cervello a svalutare, reprimere e dominare le percezioni intuitive dell'altra metà. Eppure, è solo attraverso l'intuizione che noi possiamo sperimentare dei legami unitari o dei modelli invisibili ai cinque sensi, così importanti nel pensiero orientale. Non c'è bisogno di andare in Oriente per diventare coscienti di questa saggezza: al contrario, dal momento che la possibilità di questo tipo di percezione è dentro di noi, e si tratta solo di risvegliarla, il viaggio in Oriente di fatto è un viaggio nella nostra interiorità.
Per quanto importante sia la funzione dell'intelletto, essa presenta comunque dei limiti sulla questione del rapporto fra la parte e l'intero; secondo R.H. Blyth, studioso di haiku, "l'intelletto può comprendere ogni parte di una cosa come una parte, ma non come un tutto. Può comprendere ogni cosa che non sia Dio".
Sperimentare l'eterno Tao richiede che la nostra coscienza lavori attraverso le elaborazioni dell'emisfero destro, lasciando da parte, per una volta, l'azione analitica e scettica dell'emisfero sinistro. Come osservò Goethe, noi uccidiamo ciò che sezioniamo.
Pretendendo che ogni cosa sia analizzata dalla logica computerizzata dell'emisfero sinistro, noi sopprimiamo la vitalità dell'esperienza, uccidiamo lo spirito e neghiamo l'anima.
Insistere sul fatto che il metodo scientifico sia l'unico strumento di conoscenza del mondo fa si che le porte della percezione si chiudano, la saggezza orientale ci sia preclusa, e il nostro stesso mondo interiore diventi a senso unico.
Oriente e Occidente sono due facce di una stessa medaglia; rappresentano l'aspetto duplice dell'interiorità di tutti gli uomini e di tutte le donne. È una frattura che ha bisogno di ricomporsi attraverso un'unione interiore fra scienza e spirito, principio maschile e femminile, yin yang, lasciando che emisfero destro e sinistro comunichino tra loro.
Quando, con la nostra coscienza di Occidentali, riusciamo a percepire anche la realtà spirituale, allora diventiamo capaci di sentire noi stessi come individui distinti, ma nello stesso tempo correlati a un mondo più vasto; di vivere in un mondo scandito dal tempo lineare, ma anche di esperire la dimensione senza tempo di una realtà eterna della quale facciamo parte; di vedere sia con la luce del giorno che con il solo bagliore delle stelle. Allora la nostra coscienza ci appare come qualcosa di mobile, piuttosto che di fisso.
[Dal libro "Tao della Psicologia" di Jean Shionoda Bolen]
Commenti