Dario Fo: In effetti il 50 per cento degli italiani non va su web, giusto? Ma allora come potete pensare che una democrazia possa funzionare a partire dalla rete? Tanta gente non padroneggia bene questo mezzo, perciò lo vede con sospetto. Voi riuscite a governare dei mezzi di comunicazione che altri non conoscono, e a liberare degli spazi che erano occupati. Tutto ciò che non si conosce diventa nemico.
Gianroberto Casaleggio: Mi hanno fatto più volte questa domanda, che si fonda su una considerazione sbagliata della rete, intesa come uno strumento di broadcasting, un tipo di ascolto passivo: da uno a molti. In realtà, quando si trasmette un messaggio politico in rete, la ricezione non è passiva. Chi ascolta il messaggio lo fa di sua volontà. Se ritiene che il messaggio sia positivo, lo riporta, ma non solo attraverso Facebook, lo riporta la sera in famiglia, ne parla con i genitori, con i fratelli. La propagazione virale nel mondo reale consente di eliminare in gran parte l'handicap della diffusione ancora limitata di internet. Nonostante la Sicilia oggi sia una delle regioni in Italia in cui la banda larga è meno diffusa in assoluto - in particolare fuori da Palermo e Catania - lì il M5S è il primo gruppo politico: ciò significa che la rete ha veicolato dei messaggi che poi sono stati diffusi spontaneamente. Questo fa paura ai nostri avversari perché, se si vince in Sicilia, potremo ottenere risultati ancora più lusinghieri in Lombardia o in altre regioni dove la rete è molto più diffusa.
[Da il libro "Il Grillo canta sempre al tramonto" di Dario Fo, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo]
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