L'autenticità, come indica l'etimologia del termine, è essere se stessi, vivere la verità di se stessi; conoscersi e accettarsi.
Autenticità e sincerità sono intimamente collegate anche se, propriamente, non sono la stessa cosa. Se, per esempio, una persona crede di essere generosa e si descrive come tale, è sincera anche se è avara; le sue parole sono in accordo con ciò che lei pensa di se stessa, anche se ha un'opinione erronea di sé.
L'autenticità invece suppone una conoscenza vera di se stessi ed una presentazione di sé agli altri priva di finzione. Autentico è l'uomo che conosce e vive la verità di se stesso, non ha paura di essere chi è, accetta di coabitare con se stesso così com'è, ricco e povero, terso ed opaco, ordine e caos secondo che gli capita o gli conviene, con fedele incoerenza. L'autenticità è questo accordo interno, questa pace con la propria realtà.
Ciò non significa abdicare difronte all'opaco e al male che si hanno nell'animo e nella condotta; non significa rassegnarsi e rinunziare al loro disgusto. Rimane doveroso l'impegno di far arretrare i loro confini e di rendere sempre più tersa la propria vita.
L'autenticità è essere liberi dalla paura del giudizio degli altri, liberi quindi dal desiderio di fingere: non sentirne nè la necessità nè la voglia.
...
La persona che sceglie di essere autentica ha superato il desiderio di mentire; in pace con se stessa, non sente il bisogno di inserire veli o immagini tra la sua identità e il suo palesarsi, tra com'è e come vuol far vedere che è; si presenta, non si rappresenta; non vive sul palcoscenico né piccolo né grande. Il suo mondo non è quello della finzione e della recitazione dove è d'obbligo cambiare nome e faccia e vivere parole e gesti e panni presi a prestito. Vuole che i suoi rapporti con gli altri siano rapporti tra persone, non tra personaggi.
È una grande fortuna essere liberi dal bisogno di apparire diversi!
Perché, dopo tutto, recitare stanca; la verità è più economica; la verità è meglio perché, o prima o poi, s'impone rivelandoci o persone insincere o persone frustrate; o prima o poi non ce la facciamo più a negarla o ad occultarla; richiede troppi accorgimenti e troppo dispendiosi.
[Da "Dalle Parole al Dialogo" di Giuseppe Colombero]
Autenticità e sincerità sono intimamente collegate anche se, propriamente, non sono la stessa cosa. Se, per esempio, una persona crede di essere generosa e si descrive come tale, è sincera anche se è avara; le sue parole sono in accordo con ciò che lei pensa di se stessa, anche se ha un'opinione erronea di sé.
L'autenticità invece suppone una conoscenza vera di se stessi ed una presentazione di sé agli altri priva di finzione. Autentico è l'uomo che conosce e vive la verità di se stesso, non ha paura di essere chi è, accetta di coabitare con se stesso così com'è, ricco e povero, terso ed opaco, ordine e caos secondo che gli capita o gli conviene, con fedele incoerenza. L'autenticità è questo accordo interno, questa pace con la propria realtà.
Ciò non significa abdicare difronte all'opaco e al male che si hanno nell'animo e nella condotta; non significa rassegnarsi e rinunziare al loro disgusto. Rimane doveroso l'impegno di far arretrare i loro confini e di rendere sempre più tersa la propria vita.
L'autenticità è essere liberi dalla paura del giudizio degli altri, liberi quindi dal desiderio di fingere: non sentirne nè la necessità nè la voglia.
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La persona che sceglie di essere autentica ha superato il desiderio di mentire; in pace con se stessa, non sente il bisogno di inserire veli o immagini tra la sua identità e il suo palesarsi, tra com'è e come vuol far vedere che è; si presenta, non si rappresenta; non vive sul palcoscenico né piccolo né grande. Il suo mondo non è quello della finzione e della recitazione dove è d'obbligo cambiare nome e faccia e vivere parole e gesti e panni presi a prestito. Vuole che i suoi rapporti con gli altri siano rapporti tra persone, non tra personaggi.
È una grande fortuna essere liberi dal bisogno di apparire diversi!
Perché, dopo tutto, recitare stanca; la verità è più economica; la verità è meglio perché, o prima o poi, s'impone rivelandoci o persone insincere o persone frustrate; o prima o poi non ce la facciamo più a negarla o ad occultarla; richiede troppi accorgimenti e troppo dispendiosi.
[Da "Dalle Parole al Dialogo" di Giuseppe Colombero]
Commenti
p.s. secondo me una persona non può scegliere di essere autentica...
Coerenza ed autenticità sono importanti per me, significano potersi guardare allo specchio e sentirsi magari stanchi, ma in pace con la propria coscienza.
La coerenza ne deriva di conseguenza.
Una cosa da pensare è che a volte bisogna ricordarsi d come si è,mai lasciarci persuadere da un'idea che s ha degli altri,e tuttavia cercare d migliorare,d rendersi il più trasparenti possibili,xchè alla fine l'unica cosa che conta è quello che sei,nn come vuoi che gli altri t vedano